La Chanson de Roland

Chiara è la notte e la luna splendente.
Carlo è coricato, ma per Orlando è pieno di dolore,
e per Oliviero gli pesa molto il cuore,
per i dodici pari e per la gente francese
che a Roncisvalle ha lasciato morta nel sangue.
Non può frenare il pianto e i lamenti,
e prega Dio che salvi quelle anime.
E' stanco il re, ché pena ha molto grande:
s'è addormentato, era ormai sfinito.
Per tutti i prati ora dormono i Franchi.
Non c'è cavallo che possa stare ritto:
chi vuole l'erba, la bruca sdraiato.
Molto ha imparato chi ha tanto sofferto!
[...]

(CLXXXIII)

[Graziano Ruffini (a cura di), La Chanson de Roland, Guanda, 1981, pag. 179]