L'anno della lepre

Vatanen si svegliò la mattina al canto degli uccelli nel buon odore di un fienile. La lepre gli stava accovacciata sotto l'ascella e pareva seguisse l'andirivieni delle rondini sotto la travatura del tetto. Forse stavano ancora terminando di costruire il loro nido, o forse avevano già dei piccoli, a giudicare da come erano indaffarate a entrare e uscire dal fienile.
I raggi del sole filtravano attraverso gli interstizi delle travi, il fieno dell'anno precedente intiepidiva l'ambiente. Vatanen rimase ancora quasi un'ora sdraiato nel fieno, assorto nei suoi pensieri, finché si scosse e usci con la sua lepre in braccio.
Dietro il vecchio prato fiorito mormorava un piccolo ruscello. Vatanen posò la lepre sulla sponda, si spogliò e si tuffò nell'acqua gelida. Un folto branco di pesciolini nuotava contro corrente: si spaventavano al più piccolo movimento, ma dimenticavano in un attimo la loro paura.

[Arto Paasilinna, L'anno della lepre, Milano, Iperborea, 2006, pag. 22]

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