Il vecchio e il mare

Quel pomeriggio arrivò una comitiva di turisti alla Terrazza, e mentre guardavano nell'acqua tra le latte vuote di birra e le barracudas morte, una donna vide una lunga, grande spina dorsale bianca con una coda enorme, che si alzava e dondolava con la corrente mentre il vento di Levante sollevava un gran mare pesante fuori dell'ingresso al porto.
«Che cos'è ?» chiese al cameriere, indicando la lunga colonna vertebrale del grande pesce, ormai spazzatura che aspettava di essere portata via dalla corrente.
«Tiburon» disse il cameriere. «Pescecane.» Voleva spiegare cos'era successo.
«Non sapevo che i pescecani avessero la coda così bella, così ben fatta.»
«Neanch'io» rispose il suo compagno.
In cima alla strada, nella capanna, il vecchio si era riaddormentato. Dormiva ancora bocconi e il ragazzo gli sedeva accanto e lo guardava. Il vecchio sognava i leoni.

[Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare, Milano, Mondadori, 1989, pag. 104]